DI BAR SOPRA LA STAZIONE E SOTTO IL MARE
Tutte le mattine, tra me e me, penso che quel treno in realtà per gli altri nemmeno esiste, ma sono solo a io sentire quell’annuncio. E allora immagino un treno con un unico vagone passeggeri, completamente vuoto e con solo un sedile, parcheggiato in un binario lontano e secondario. Non so perché… Ma per me il macchinista è un bambino con i pantaloncini corti fin sopra le ginocchia che presentano graffi e crosticine varie. I pantaloncini sono tenuti da delle bretelle e sotto indossa una camicia bianca. In testa un cappello da capostazione troppo grande per lui. Tiene un pallone sotto un braccio e un flauto nell’altra mano, lo userà per avvisare che il treno è in partenza. Ma io non vado e il treno non parte. E il bambino ogni mattina rimane lì, fermo, senza suonare il suo strumento. Aspettando, con le sue ginocchia sbucciate.
A Venezia non vado nemmeno stamattina, però decido di fare il turista a Termini, oggi mi autorizzo a far tardi.