DIVERSAMENTE DISABILE

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C’è lui, a Termini, alto, con il codino, assiduo  frequentatore della stazione che – apparentemente – campa con la vendita di accendini. Lo so perché è quello che mi ha chiamato “Sandokan” quando ha provato a venderli a me. Ed io, naturalmente, non ne ho comprato uno ma in compenso, a suo tempo, gli ho dedicato un racconto.

Sandokan chiacchiera con un ragazzo che sta su una sedia a rotelle.

Il tipo seduto lo saluta e se ne va sfrecciando tra il popolo del piano sotterraneo della stazione. Non si lascia sfuggire nemmeno una delle ragazze che incrocia, a tutte rifila battute, complimenti e inviti a prendere il caffè. Alle più meritevoli regala anche piccole acrobazie che esegue con grande scioltezza sulla sua due ruote. Ecco allora che, testa in alto rivolta verso il viso della preda del momento,  mentre parla, va all’indietro, fa un giro di 360 gradi finché la donna imbarazzata e divertita rifiuta i vari inviti. Lui riparte, slalom vari, altra ragazza, altra acrobazia. Con una mano blocca la ruota sinistra tirandola e con l’altra dà una bella spinta alla ruota destra facendo così girare la carrozzina di 180°, poi via di corsa in accelerazione per raggiungere la bella spilungona.

Allunga la mano per presentarsi, altra battuta, altro sorriso, altro rifiuto.

Ma lui non si butta giù, canticchia, si guarda intorno, con una piccola manovra gira intorno ad una colonna di cemento rivestita di  specchi. Si ferma, fischiettando, per controllare e sistemare il capello poi, immagino, vede qualcuna dal riflesso. Si allontana prima a marcia indietro regolandosi dallo specchio, poi come in un film poliziesco, mette velocemente il muso del suo mezzo in avanti, e torna di nuovo a caccia.

Ora che avete orientativamente capito il soggetto la scena finale è stata fantastica. Dovete sapere che a Termini, prima di arrivare ai tornelli della metro, c’è un pezzo di circa 3/4mt in lunghezza e 5 di larghezza, con una pendenza abbastanza ripida e, soprattutto, estremamente scivolosa.

Sparpagliate, a piacimento in questo spazio, tutta una serie di persone.

Il giovane come una palla da bowling ci si posiziona, al centro della corridoio, qualche metro prima e poi parte a tutta velocità lanciandosi tra la mischia dei pendolari gridando disperato «AIUTOOO!!! NON C’HO I FRENI LEVATEVE CHE NON ME FUNZIONANO I FRENIIIII AAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!AHAHAHAHAHA!!» e scoppia in una risata da sadico.

Io non ci volevo credere quando l’ho visto… avete presente l’emoji di Whatsapp, quella dell’omino con la mano sul viso? Ecco, quello sono io.

Ammetto però che la scena mi ha strappato una risata, e di prima mattina non è una cosa da poco.

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