CHIACCHIERATA TRA UOMINI

ASCOLTA L’AUDIO RACCONTO

Ho appuntamento alle 18.00 dal dentista per l’ablazione del tartaro, in previsione di non poterlo fare dopo, fumo una sigaretta, prendo un gelato, un caffè e un’altra sigaretta.

Il caffè lo bevo nel bar proprio sotto lo studio, c’è una pila di copie di un giornale locale di Anzio sopra una sedia. Ne prendo una copia, mi siedo, butto giù il caffè e mi accendo la sigaretta.

Arrivano due coppie ed entrano nel bar.

Passa qualche minuto e i due maschi escono, chiedono se possono sedersi al mio tavolino, meravigliato li faccio accomodare, uno di loro prende anche lui il giornale commentando: «Tanto è tutto sul governo. È tutto un magna, magna» e ride.

Sorrido anche io e gli chiedo se sono interessati alla politica.

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BELLEZZA E NEURONI

ASCOLTA L’AUDIO RACCONTO – letto da “In forma di Rosa

Colazione in un bar dell’Eur, mentre sto davanti al bancone in attesa del caffè arriva un uomo. Brutto. Molto brutto. Come si dice a Roma “Aiutame a dì brutto”.

Mal vestito, piccolino, magrolino, abbronzatura da vampiro, pochi capelli e quei pochi presenti un pò lunghi e all’insù. Sembra si sia pettinato mettendo la testa in una busta e poi ci abbia fatto esplodere una bomba dentro.

Dall’altra parte del bancone c’è la barista. Una donna di circa 40 anni, in tuta, senza trucco se non contiamo un rossetto sulle labbra dimenticato e sbiadito, proprio come la di lei  bellezza, capelli lunghi legati a coda e un fiore, anch’esso oramai opaco, tatuato sulla parte destra del collo.

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DI BAR SOPRA LA STAZIONE E SOTTO IL MARE

Quel treno in realtà per gli altri nemmeno esiste, ma sono solo a io sentire quell’annuncio. E allora immagino un treno con un unico vagone passeggeri, completamente vuoto e con solo un sedile, parcheggiato in un binario lontano e secondario.
Il macchinista è un bambino che tiene un pallone sotto un braccio e un flauto nell’altra mano, lo userà per avvisare che il treno è in partenza. Ma io non vado e il treno non parte. E il bambino ogni mattina rimane lì, fermo, senza suonare il suo strumento.

DIALOGHI TRA ROMANI

ASCOLTA L’AUDIO RACCONTO Stamattina, sono rimasto colpito dalle chiacchierate mattutine dei romani, di diverse generazioni. Passando davanti a un bar, vedo il barista uscire, si ferma sulla soglia, si accende una sigaretta, sospira e gira lateralmente la testa. C’è un signore anzianotto seduto al tavolino, i due si guardano, alzano …

L’INGLESE ROMANO

Caffè in un bar di Termini. Mentre bevo, arriva una turista e in inglese chiede per la metro, la barista con la faccia imbronciata di default indica col pollice le sue spalle e risponde: «Qua dietro de sotto.» Una volta andata via la turista, chiedo ironicamente se la risposta era …

4 STORIE BREVI

Io sono uno che quando racconta una cosa, soprattutto agli sconosciuti, la riassume per paura di annoiare. Di contro invece mi ritrovo frequentemente a subirmi filippiche bibliche da chiunque. Io cerco di far capire che preferirei una ginocchiata sulle palle piuttosto che continuare ad ascoltarli, ma credo di non essere …

DIGER SELTZ

Gli occhi dei peperoni, con aria innocente, sono fissi sulla bocca dello stomaco. Il cibo non va né su né giù, s’è incastrato da qualche parte. Insomma, non ho digerito il pranzo di oggi. Ho bisogno di un Diger Seltz, ma quando esco dall’ufficio non mi va di comprarlo, nonostante …

LA NONNA COOL

ASCOLTA L’AUDIO RACCONTO Di ritorno dall’ufficio vado a prendere un caffè(tanto per cambiare) al bar davanti alla fermata dell’autobus. Quando esco, a due passi dopo la porta, mi fermo per accendermi una sigaretta. Una voce rauca, quasi sensuale, arriva dalle mie spalle e mi chiede se “la faccio accendere”. Mi …

CONTA ER CORE

A volte la mattina esco di casa e vorrei mettermi un
cappuccio sulla testa, due occhiali enormi e non parlare con nessuno. Mentre
altre volte cammino spavaldo e con la mano della mia immaginazione dico
“scansate” a persone e strutture mentali, fischietto per strada cercando la chiacchierata con sconosciuti.

MIGNON AL CIOCCOLATO

Quante volte , noi adulti, ci lasciamo andare alla malinconia dei giorni passati, soprattutto quelli vissuti in maniera spensierata da bambini.
Io sono il primo a farlo, però sono anche consapevole dei vantaggi nell’essere un adulto indipendente. E in questa breve storie racconto la mia rivincita.