I GIGA

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In treno ho assistito ad una “tragedia” adolescenziale. No, niente pene d’amore. Nessun esame andato male, tantomeno lutti o malattie in famiglia.
Qualcosa di reversibile, ma non nell’immediato.
Cosa può accadere ad una giovane ragazza di così terribile? … realizzare di aver terminato i giga.

TRA-GE-DI-A!

Delle sue due amiche, una sta studiando su un quadernone la lezione del giorno dell’Università, l’altra – dimostrando “estrema” empatia con la giovane – l’ascolta mentre armeggia col suo cellulare.

“O’ ma stai a capì?” dice la povera disgraziata per attirare l’attenzione. “Me so’ finiti i giga!”

“Nooo! E adesso come fai? Quando te ritornano?” risponde l’amica.

“Il 13!”

“Il 13?!”

“Si! Capito come sto messa? A casa c’ho il wifi, ma fuori come faccio? A me me serve!”

“Chiama l’operatore, senti che te dice”.

La ragazza passa compulsivamente la sua lunga ciocca riccia da una parte all’altra della testa per il nervoso e smadonna perché sulla linea del treno prendono solo un paio di operatori. Il suo però non fa parte di quei due. Riesce finalmente a chiamare poco prima di arrivare a Termini. Spiega il suo problema con una educazione e professionalità che mi spiazzano. Sembra la segretaria del Presidente di una multinazionale.

“Buongiorno a lei Carlo. La chiamo perché questa mattina mi sono accorta di aver terminato la soglia di giga permessi dal mio piano tariffario. Non so come non me ne sia potuta accorgere prima, ma… bla bla bla… vorrei gentilmente chiederle bla bla bla se fosse possibile avere un traffico extra per sopperire la mancanza di giga previsti”.


“No, non per sempre. Esclusivamente per il periodo che va da oggi a quando si riattiveranno di nuovo i giga previsti dal mio piano. Naturalmente pagando”.

Parla in pizzo, attenta a non sbagliare una parola, come se l’operatore potesse rifiutarsi e non concederle i fatidici giga extra se disgraziatamente lei risultasse antipatica o fosse fraintesa.
Purtroppo per lei però non si può fare.
Attacca sconsolata.

“M’ha detto che non se po’ fa”, si lamenta con un nodo alla gola.

“No vabbè dai, ma come no?!” La sostiene l’amica. “Mo questo te lascia così pe’ du settimane senza giga? Ma lo po’ fa?!”

Sono una persona sensibile, fortunatamente lo strazio nel vederla così sofferente termina senza mezzi termini a Termini.

“Io te lo dico. Io non ce vivo du’ settimane senza giga!”.

Bentornata nel mondo degli sguardi.

L’amica non le risponde. Le uniche parole sono riservate alla persona con cui sta chattando in questo momento.

Oggi la distanza rivendicherà la sua natura e la giovine ragazza sarà disconnessa dai suoi amici lontani. Chissà, forse ne beneficeranno quelli vicini.

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