NONNO, GIOCHIAMO A NASCONDINO

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Esco dalla stazione del treno Balduina, la tappa di solito è una: il tabaccaio per prendere qualche zozzeria tra Kinder cereali, Duplo, Ferrero Rocher e compagnia bella oppure il bar per un caffè. Stavolta, in previsione di un gelato più tardi, opto per il secondo. Faccio una breve chiacchierata con la signora al di là del bancone e una giovane ragazzetta che sta bevendo un tè freddo. Si parla del tempo e dell’estate che fatica a mantenere il ritmo. Bevuto il caffè le saluto e vado via. Piccola nota: scoprirò poi, scrivendo queste righe, di essermi dimenticato di pagare!

All’inizio del marciapiede che porta prima a un incrocio e poi giù dritto fino a piazza Balduina, noto una sagoma di un uomo accucciato dietro un secchio dell’immondizia, di quelli verdi a ‘matitone’ per intenderci. Quando gli sono accanto trovo un signore di una certa età che si sta nascondendo, rimane ancora più buffo perché deve essere pure un bel pennellone alto. Di tanto in tanto fa capoccella.

Mi giro e noto, a differenza di prima, un bimbo che lo sta cercando. Si guarda intorno, cerca tra le macchine parcheggiate e dentro i giardini privati dei palazzi. Ha una faccia vestita da stupore per l’incredibile sparizione fatta dal nonno.

Superato il vecchietto decido di girarmi e fargli una foto. “È una scena così tenera,” penso, “magari ci scriverò due righe.”

In effetti le prime due righe me le hanno appena dettate loro, il resto lo faranno la nonna e la mamma del bimbo che stavano in lontananza e che sento commentare: «Pure le foto glie fanno.»

Lì per lì temo si straniscano perché potrebbero pensare che ho fatto la foto al bimbo. In realtà ho preso solo il nonno. Così quando arrivo da loro sorrido: «È una scena così tenera che ho voluto fotografarla. E poi quel signore accucciato mi fa troppo ridere», dico loro

«So’ dieci minuti che va avanti ’sta storia. Sta a giocà a nascondino cor nipote», si lamenta la nonna.

«Ma si diverte più lui che il nipote, pensa che non lo sappiamo?!», aggiunge la mamma.

«Mo’ se non la smette de fa il regazzino lo lascio qua.»

«Figurati papà manco se ne accorgerebbe!» La nonna firma questo breve racconto: «Cè lo sai sì che mo’ e più facile riacchiappà tu fijo che tu padre? Quello se lo lasciassimo fà rimarrebbe fino a domani mattina a giocà!»

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