LA RIVINCITA DEGLI ANNI ’90

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8.10 fermata dell’autobus. Freddo artico. Io ho così tanta roba addosso che se mi accoltellassero arriverebbero al massimo alla maglia dell’ ottavo substrato. Arrivano tre teenagers, devo dire vestiti simil-eleganti. Uno dei tre, un ragazzone alto e ben piazzato, ha un classico Montgomery stile anni ’90 di qualche taglia più grande del necessario. Sento gli amici che lo sfottono: «Ma un po’ più grande no?»; «Ma quanti siete là sotto?»; «Ce poi fà fà un secondo giro, così te riscaldi meglio» ridono e scherzano. Il ragazzone sta al gioco con un sorriso goffo (non) aiutato dal freddo.

Arriva una loro coetanea piccolina, particolarmente magra, con un bel viso, biondina con capelli lisci e lunghi, chiara di carnagione, porta un rossetto rosso fuoco, sotto ha una minigonna più mini che gonna e sopra una camicia bianca leggera e una giacca corta e fina.

I ragazzi la salutano, e la punzecchiano per come è vestita leggera, lei con le braccia conserte per proteggersi dal freddo, si giustifica dicendo che le calze sono quaranta denari e pensava bastassero. Dopo un paio di minuti, il ragazzone spalanca il Montgomery (tipo statua del Papa a Termini), lei ci si infila sotto e lui richiude, stringendola a sé.

La testa di lei è ora poggiata sul suo petto, lui scippa prepotentemente i sorrisi degli amici e li distribuisce equamente tra la propria bocca e i propri occhi, e come colpo finale mette la sua bocca sulla nuca bionda, dandole un bacio e rubando così ai suoi amici anche le ultime parole che erano rimaste loro.

Lui li guarda e i suoi occhi dicono palesemente: «Pijatevelanderculo

Vignetta di Alessandro Gallai

Leggi il mio personale finale della storia.

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