PENSAVO FOSSE AMORE, INVECE ERA IL 769

Condividi

Fermata della metro di Basilica S.Paolo, sono fuori che aspetto l’autobus… Eccolo che arriva.

Il fiume di gente che scende si scontra con quello che sale, mentre salgo il gradino, mi sento tirare dalla parte opposta. Vedo il filo di una maglia impigliato all’interno della zip della mia borsa. Alzo lo sguardo e vedo lei, i nostri occhi si incontrano a metà strada, fissandosi per un tempo indefinito…

Ora, nella più classica delle storie romantiche, ci saremmo innamorati perdutamente, nella realtà il mio sguardo grida: “Eh no, cazzo! A costo di lasciarle un buco sulla maglia io non scendo dall’autobus!”

E il suo ribatte: “Eh no, porcatroia, a costo di portarmi dietro ’sto babbeo, io devo andare a prendere la metro!”

Con due sorrisi falsi cerchiamo di togliere quel dannato filo dalla zip. Intanto le ultime persone salgono sull’autobus, l’ansia sale. Mi sento come un ladro che sta cercando la combinazione per aprire la cassaforte, mentre i passi lungo il corridoio si avvicinano alla portaper poi trasformarsi in una manopola che gira.

Per fortuna interviene Santo Bangladesh che, nel frattempo, rideva e ci dava le indicazioni; così, con un semplice movimento, praticamente tira il filo nell’unica direzione in cui non avevamo provato noi.

Sospiro di sollievo, sorriso, io e lei ci guardiamo di nuovo… Il mio sguardo serenamente le dice: “A mai più stronza!”

E il suo: “Fottiti imbecille!”

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *