BUKOWSKI

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In piedi in una metro abbastanza affollata, tiro fuori ingenuamente un libro di Bukowski che ho da poco cominciato a leggere.

Un signore avanti con l’età, seduto davanti a me, fissa la copertina che gli rimane praticamente altezza occhi, poi guarda altrove per ritornarci di nuovo, gli viene un leggero sorriso divertito. Nel mentre io dall’altra parte leggo di scopate, cazzi, fighe, lingua tra le cosce, clitoridi, venute, bevute e compagnia bella… roba che 50 sfumature a confronto è una lettura Harmony.

Si libera un posto accanto al vecchietto, mi siedo e continuo a leggere. Lui forse dispiaciuto per non poter più curiosare la copertina, butta l’occhio nelle pagine interne… capirai, peggio mi sento!

Dopo qualche fermata, tira verso di sé la borsa e si sistema sul sedile come se dovesse alzarsi e scendere… ma poi rimane lì dov’è.

Io non so se e cosa abbia letto, men che meno quale fosse la sua fermata ma rimane il fatto che, dopo una decina di minuti, io mi alzo per scendere e guarda caso si prepara anche lui. Una volta fuori ce ne andiamo su percorsi diversi, ma nulla mi toglie dalla testa che in realtà dovesse scendere qualche fermata prima.

Ora tocca all’autobus, stessa storia, naturalmente di nuovo in piedi, tiro fuori il libro e stavolta seduta c’è una signora. Stringe gli occhi e guarda incuriosita la copertina, lo sguardo è meno divertito del signore di prima…… vabbè, ho capito, le soluzioni sono due: o accetto di passare da maniaco o domani ci appiccico la copertina del Piccolo Principe.

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