INTEGRAZIONE

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Ieri, ho capito perché qualche famiglia del Medio Oriente non vuole integrarsi con noi. No, non è un discorso di religione o di cultura.

Ieri mattina, salgo sul 769. Insieme a me una donna indiana con due bambini. Dietro di noi, salgono anche tre controllori.

Una volta partiti, uno di loro chiede il biglietto a me, ad un altro e poi a questa ragazza che, sorridendo, risponde semplicemente: «No, no», e il controllore: «Ce l’ha il biglietto?» ma lei, sempre sorridendo e fingendo di non capire, ripete: «No no». Allora l’uomo le chiede un documento e lei sempre col sorriso risponde per l’ennesima volta: «No, no», idem per la domanda sul nome e cognome.

A quel punto, il bambino più grande, vedendo giustamente la madre in difficoltà, risponde, in italiano perfetto, «Sì, ce l’ha il documento, io mi chiamo Hamed Luki lei Jamal Luki e mamma si chiama Ahkkajkk Luki e abitiamo in via tal dei tali»!

In un attimo il sorriso sparisce, come un numero perfetto di magia, dal viso della ragazza per comparire su tutti noi all’interno dell’autobus, divertiti dall’innocenza di quel piccolino.

Pertanto darei un consiglio a chi viene a vivere in Italia: ormai i bambini sono svegli, se non vuoi prendere una multa, insegna nomi falsi a tuo figlio. Poi vabbè, se mai si dovesse perdere, non lo ritroverai mai più…. ma come si dice a Roma da ‘na parte deve penne!

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