LE CHIAPPE

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Il ragazzo seduto in metro accanto a me sta guardando il cellulare, Facebook nello specifico. Mi fa un effetto strano vedere chiaramente il riflesso della schermata proiettata sulla sclera dei suoi occhi, si vedono il blu ed il bianco della pagina a formare un rettangolo perfetto.

Il ragazzo scorre la bacheca, le pupille come se legati ad un meccanismo che limita loro i movimenti solo in determinate posizioni, si muovono a piccoli scatti ripetutamente in alto e in basso. Si fermano ad un certo punto solo quando sul display c’è l’anteprima di un video, dove l’inquadratura è ferma su un paio di chiappe di una donna con dei fuseaux grigi attillati. Il ragazzo allora rallenta lo scorrimento, magari tentato dal guardarlo ma  tenuto a bada dal suo senno che gli ricorda essere in metropolitana. E allora con il pollice scaccia via la clip.

L’altro ragazzetto accanto a lui, che non conosce(è salito dopo), lo blocca con una richiesta sfacciata e con tono quasi di supplica.

“No aspe’ te prego, famme vede’ quel video”.

“Quale video? “, dice l’altro facendo finta di non capire.

“Dai, quello de quel culo de prima”.

Non ci vuole tanto a convincere il mio vicino, il quale torna sull’anteprima e la fa partire. Una ragazza fa squat in palestra, la ripresa passa dal di dietro al davanti, rivelando il motivo della condivisione: le chiappe, in realtà, appartengono ad un giovane ragazzo nero.

Il “Nooo!” deluso dei due è sincronizzato alla perfezione.

Poi si mettono a ridere e commentano, ognuno prendendo in giro l’altro perché si era ingrifato con il sedere di un uomo.

Io me la rido sotto i baffi, e poi dicono che i social uccidono la comunicazione tra i giovani.

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