IRON PENDOLAR

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La gara è iniziata di mattina presto al tornello per entrare in metro a Termini. Infilo l’abbonamento nella macchinetta che, maledetta, invece di farlo immediatamente uscire, comincia ad emettere strani rumori, facendomi immaginare quel pezzo di carta al suo interno che fa avanti e indietro. Questo per qualche secondo, ma per la teoria della relatività del pendolare: il tempo si allunga in proporzione a quante persone ci sono dietro di te che fremono per passare.  Così mentre la macchinetta, masticando il mio abbonamento, decide se sputarlo o cagarlo da uno delle due uscite, White, un signore dietro di me, vestito di bianco con un trolley, smanioso, allunga il braccio sulla mia destra e struscia compulsivamente il suo abbonamento magnetico sopra la banda del lettore, non curante che lo stesso lettore sta cercando ancora di digerire il mio di abbonamento. Dopo un’eternità della durata di una 15-20 secondi, il mio biglietto esce dalla bocca da dove è entrato, ma il tornello comunque si apre (praticamente ha validato l’abbonamento di quel genio  del male compulsivo di White).

A questo punto, io passo e quando sta per passare lui, i pannelli si chiudono, addentando il suo braccio. Il trolley rimane dall’altra parte e Black, un tizio dietro di lui,  vestito completamente di nero, inciampa e va contro il tornello abbracciandolo appassionatamente.

Passiamo infine tutti e tre, io sento arrivare la metro, quindi scendo spedito le scale mobili. White, ancora più precipitosamente, mi riprende e mi supera a tutta velocità tenendo, in maniera buffa e goffa, la valigia sollevata dal pavimento. A fine corsa delle scale, giro l’angolo e vedo le porte del vagone aperte. Faccio uno scatto inaspettato per essere le 8.15 e sempre per essere le 8.15, non vedo Black che mi sta sfrecciando a destra, quindi, involontariamente, lo sperono mentre salto. Entro dentro il vagone a discapito del poveretto che prende una tranvata incredibile dalla porta in chiusura. Riesce però ad entrare in sgommata girandosi di lato per la botta, come se avesse tirato il freno a mano.

Il treno parte.

Classifica finale:

1° White con una lussazione al braccio;

2° io, senza le calorie che di solito brucio in un giorno intero;

3° Un malconcio, ma soddisfatto, Black.

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